Japanese Chronicles – Giorno 14 – Nel monastero

Il passaggio del tifone ha dissuaso molti visitatori dall’intraprendere il viaggio per il monte Kōya.

Ci ritroviamo così nel più importante complesso monastico del buddismo Shingon in compagnia dei monaci e di pochissimi pellegrini.

Il cielo ci grazia e ci dona la luce scintillante che segue ogni tempesta, con le nuvole che si rincorrono veloci.

Il monastero sorge sui monti in mezzo a imponenti foreste di cedri, in mezzo alle quali spaziano sacrari e cimiteri antichissimi.

Il buddismo Shingon segue gli insegnamenti di Kobo Daishi (Kukai) vissuto nel periodo Heian (circa 1200 anni fa) .

Semplificando il più possibile, secondo tali insegnamenti le parole e l’esistenza sono inseparabili, pertanto l’essenza del buddismo non potrebbe essere spiegata col linguaggio umano.

Al contempo, le parole usate nei testi sacri portano in sé il significato profondo e gli insegnamenti che si trovano nei fenomeni di tutto il mondo.

Il mondo diventa così un testo sacro, che può essere investigato per giungere all’illuminazione.

In questa prospettiva spirituale si sente ancora l’eco dei periodi lontani in cui il Giappone importava testi dalla Cina.

I testi sacri erano copie cinesi di testi sanscriti. La parola acquista così le forme importate dall’altra parte del mare e si deve proprio a Kukai la generazione dell’alfabeto sillabico giapponese.

Come avviene in tutti i monasteri, qui la vita è scandita dalla preghiera, dallo studio, dai lavori che una struttura come questa richiede.

Una vita molto semplice, aperta all’ospitalità cordiale e alla condivisione della frugalità.

Spiritualità, preghiera e natura si fondono, su questi monti della Prefettura di Wakayama. Poco più a sud si trova Tanabe, dove è nato Morihei Ueshiba.

Sono luoghi intrisi di storia e di una bellezza frutto della fusione degli elementi: su questi monti, come su Kumano il cielo sembra più vicino, gli alberi maestosi ondeggiano al vento e la terra accoglie le tracce di centinaia di generazioni passate.

Il viaggio verso le radici della nostra disciplina trova qua un suo centro che ne spiega la profonda connessione con il concetto di armonia.

Tutto è avvolto nel silenzio, in attesa delle preghiere che accoglieranno l’alba.

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