Kubari

Un proverbio giapponese recita 元気 配り笑顔 配りgenki kubari, egao kubari.

Distribuire energia, distribuire sorrisi.

Il praticante medio di una disciplina marziale ha un’opinione molto alta della pratica. Ci si riferisce al mondo delle Arti Marziali come a un contesto elevato, nobile. Una condizione in cui poter imparare ad incarnare i valori di lealtà, rettitudine, costanza, compassione, sincerità e chi più ne ha, più ne metta.

Spesso il praticante medio di una disciplina marziale ha un’opinione molto alta anche di se stesso. Una sana autostima è elemento essenziale per una vita in equilibrio.

Accade tuttavia che uno strumento codificato (le discipline marziali tradizionali) per ridurre una visione egocentrica, diventi uno dei maggiori combustibili di cui l’ego si nutre. Man mano che il tempo passa, diventiamo “troppo bravi”, “troppo di alto rango”, troppo di tutto, per considerare noi stessi e chi ci sta intorno.

“Sii generoso con la salute. Sii generoso con i sorrisi!”. Questa è la traduzione più comune al proverbio citato.

In effetti il Dojo è un ambiente privilegiato in cui poter imparare a mettere in pratica questa indicazione. Esercizi ben insegnati e una pratica costante mostrano all’individuo come imparare a usare il proprio corpo in modo funzionale. Indicano un modo per poter ascoltarsi e ascoltare l’altro e saper riconoscere quando fermarsi o quando continuare.

E’ un ambiente in cui si può -si dovrebbe- deporre l’insieme di maschere sociali che portiamo e imparare così a ritornare ad avere relazioni semplici. L’allegria, cioè nel vero senso della parola: l’essere impegnati costantemente in attività costruttive, si nutre alla fine di questo.

Spesso si nota la direzione opposta. Una pratica protratta a dispetto del sentire o del sentirsi e che sfocia in inevitabili abbuffate marziali. Le conseguenze? Cronicizzazione. Dei fastidi fisici e delle relazioni. E lentamente si imbocca la strada della disaffezione.

Vivere in equilibrio tra riconoscere i propri limiti, integrarli e quindi usarli come una risorsa per crescere ed esserne bloccati. Non è semplice ma è l’essenza dell’invito ad essere generosi con la propria salute e quella altrui.

Riempire costantemente di senso ciò che facciamo -a livello fisico e di motivazioni personali- è dunque il presupposto per un cuore capace kubari, di diffondere, perché capace innanzitutto di ricevere.

Umiltà e grandezza, accoglienza e decisione, cedevolezza e solidità. Gli ingredienti di un percorso sul sentiero di una disciplina si misurano con quella generosità che sul nostro viso e su quello di chi ci incrocia aprono un sorriso.

Disclaimer: foto di Pixabay

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