心 non solo cuore

L’evoluzione grafica dell’odierno kanji di SHIN/KOKORO

Grazie all’opera “Capire i Kanji” di Riccardo Gabarrini e Aki Kaku, è possibile scoprire l’evoluzione grafica che nei secoli ha portato all’odierno kanji di cuore “心”.
Da un disegno di cuore molto simile al nostro simbolo moderno si è passati ad una forma con delle linee per distinguere i due atri del cuore con due gocce di sangue fino a cercare di disegnare un’arteria.
Da studiosa alle prime armi di kanji avrei di lunga preferito la forma arcaica di cuore perché sicuramente più facile da ricordare…ma pazienza!
Ciò che mi affascina dei kanji è soprattutto il significato profondo che i giapponesi danno a questi tratti spesso così complessi.
Ad esempio, tornando al kanji oggetto di questo articolo, fermarsi al concetto di “cuore” sarebbe superficiale come traduzione.
I giapponesi, infatti, lo intendono come concetto di animo visto come lo spirito di una persona che include sia il cuore [心臓 Shinzō inteso come organo] sia la mente [心身 Shinshin inteso come mente e corpo]. Non solo, in questo kanji fanno confluire anche i sentimenti [本心 Honshin inteso come la reale intenzione, il reale sentimento che si prova ma che non si mostra], le sensazioni [安心 Anshin inteso come sollievo, sentirsi al sicuro] e i desideri [向上心 Koujoushin inteso come ambizione, desiderio di migliorarsi].
Se ci pensiamo bene, tutti questi significati e concetti sono percepibili soprattutto nel nostro petto e non nella nostra testa. E nel petto batte il nostro cuore!
Chi pratica una disciplina marziale apprende col tempo che non si tratta di un semplice percorso didattico nel quale si impara a perfezionare un attacco e una tecnica di difesa ma c’è molto di più.
Esattamente come con la traduzione di cuore, anche un’arte marziale non è solo studio della tecnica ma molto di più.
Per capire questo “di più” occorre avere il coraggio di salire sul tatami a piedi nudi, occorre avere la costanza di rialzarsi ad ogni caduta, occorre superare le proprie pigrizie, occorre accettarsi per quello che si è e lavorare per un costante miglioramento di sé.
Pratico Aikido da più di 10 anni… potrei aggiungere “ormai da più di 10 anni” o “da solo più di 10 anni”…è una questione di prospettive.
Per alcuni è un tempo lunghissimo per una attività per altri è il tempo minimo per iniziare ad apprenderla.
Personalmente posso dire che in questo mio percorso marziale ho appreso molto di me, ho cercato e cerco tuttora di mantenere un equilibro tra lo yin e lo yang, tra il mio nero e il mio bianco. Inutile dirvi che anche in questi due colori c’è molto più di una semplice dualità cromatica ma ne parleremo in un’altra occasione.
Termino questa mia riflessione augurando a ciascuno di voi di riuscire a scoprire nella propria vita il significato più profondo di cuore [心 ] e di viverlo per un personale percorso di miglioramento.
Migliorando noi stessi sicuramente contribuiremo a migliore il mondo intero!

Disclaimer: Foto di Pixabay


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